Committente: Comune di Pontassieve (FI)
Periodo di svolgimento: 2010
L’Area Naturalistica Protetta di Interesse Locale “S. Brigida – Poggio Ripaghera – Valle dell’Inferno” ha una superficie di 817 ha ed è localizzata all’estremità nord-occidentale del Comune di Pontassieve. Geograficamente l’area protetta è localizzata nella parte sud-occidentale del comprensorio di Monte Giovi, una catena preappenninica orientata approssimativamente in senso est-ovest che raggiunge con il Monte Giovi l’altitudine di 992 m e costituisce la parte centro-orientale dello spartiacque fra Mugello e Valdarno. L’ANPIL occupa in particolare i versanti meridionali dei rilievi di Poggio Ripaghera (912 m), del Giogo (880 m), di Poggio Abetina (857 m) e di Monte Rotondo (773 m).
Il notevole intervallo altimetrico (da 400 a oltre 900 m s.l.m.) e la diversità dei substrati litologici determinano la grande varietà della vegetazione dell’ANPIL, che comprende formazioni termofile a prevalenza di roverella (Quercus pubescens), formazioni mesofile a prevalenza di cerro (Quercus cerris), castagneti, ostrieti e boschi mesofili misti di con carpino bianco (Carpinus betulus) e faggio (Fagus sylvatica). Degni di nota anche gli estesi arbusteti acidofili nelle aree a litologia arenacea, che costituiscono l’habitat elettivo del cisto laurino (Cistus laurifolius), del quale S. Brigida rappresenta l’unica stazione italiana, e le praterie secondarie, caratterizzate da vistose fioriture di orchidee.
Obiettivi
Il 92% della superficie dell’area protetta è coperta da boschi, tutti di proprietà privata. Di qui l’esigenza di un Piano di Indirizzo Forestale, i cui obiettivi principali fossero:
- fornire indirizzi di gestione forestale coerenti con le esigenze di conservazione delle emergenze naturalistiche dell’ANPIL (specie floristiche rare e/protette, formazioni vegetali rare, habitat di interesse regionale e comunitario);
- fornire indirizzi di gestione finalizzati alla conservazione delle aree aperte (praterie secondarie e arbusteti), che con l’abbandono della zootecnia montana stanno rapidamente evolvendo verso il bosco;
- promuovere gli interventi necessari alla conservazione del cisto laurino (Cistus laurifolius) e delle praterie secondarie (possibilità di finanziamento pubblico PSR 2007-2013, promozione di accordi/convenzioni fra ente gestore e proprietari dei terreni).
Il quadro conoscitivo
Quale riferimento conoscitivo di base per la definizione degli indirizzi gestionali delle cenosi forestali, è stata elaborata la Carta dei Tipi Forestali dell’ANPIL, secondo la classificazione dei Tipi Forestali della Toscana (Bernetti e Mondino, 1998). Laddove questa si è mostrata carente (come nel caso di formazioni forestali di scarso interesse produttivo e selvicolturale, ma interessanti sotto il profilo naturalistico e floristico), le cenosi sono state caratterizzate ricorrendo alla classificazione Corine Biotopes, facendo riferimento al manuale descrittivo degli habitat nazionali utilizzato per la redazione della Carta della Natura e pubblicato da ISPRA (Angelini et al., 2009). In questi casi sono stati compiuti anche rilievi fitosociologici ad hoc.
Sulla base delle indagini compiute per realizzare la Carta dei Tipi Forestali, sono state inidividuate le emergenze vegetazionali (habitat elencati nell’all. I della Direttiva Habitat e nell’allegato A della L.R. 56/2000, formazioni di interesse biogeografico), floristiche (specie protette dalla L.R. 56/2000, elencate in all. II della Direttiva Habitat o incluse nella Lista Rossa della Flora Italiana), naturalistiche (biotopi minori, alberi monumentali).
E’ stata inoltre compiuta un’accurata ricognizione degli strumenti di pianificazione forestale elaborati dai privati (piani di gestione forestale, piani dei tagli), evidenziando gli elementi di criticità o di conflitto rispetto alle esigenze di conservazione di specie e habitat, e un’indagine sulle utilizzazioni forestali dell’ultimo decennio, al fine di definirne entità e la localizzazione preferenziale all’interno dell’ANPIL.
Incontri con gli attori locali
Il quadro conoscitivo e gli indirizzi generali di gestione sono stati presentati in incontri pubblici, al fine di individuare preventivamente eventuali misure considerate critiche dagli attori locali, ed eventuali conflitti fra indirizzi di gestione e forme consolidate di gestione forestale. Le discussioni pubbliche sono state utilizzate anche per costruire una matrice delle priorità dei diversi portatori di interesse, e infine per definire un quadro il più possibile condiviso degli indirizzi generali di gestione della vegetazione dell’ANPIL, secondo un approccio partecipato già sperimentato in contesti analoghi.
Zonizzazione di Piano e indirizzi di gestione
Sulla scorta delle informazioni raccolte nel quadro conoscitivo, le superfici forestali dell’ANPIL sono state suddivise in quattro Tipologie Gestionali, già definite nel Regolamento dell’ANPIL:
- Aree di conservazione delle cenosi arboree (la cui gestione deve essere ispirata a criteri conservativi)
- Aree di intervento per la conservazione delle cenosi erbacee ed arbustive
Nelle aree classificate di tipo «B» gli interventi devono essere finalizzati alla conservazione degli arbusteti e delle cenosi erbacee, con particolare riferimento alle formazioni di Cistus laurifolius L. - Aree di recupero ambientale (la cui gestione deve essere finalizzata al recupero delle situazioni di degrado e alla ricostituzione delle cenosi forestali stabili)
- Aree di recupero produttivo (in cui promuovere la riqualificazione produttiva dei soprassuoli, legata anche ai prodotti del sottobosco)
- Aree di recupero produttivo (in cui promuovere la riqualificazione produttiva dei soprassuoli, legata anche ai prodotti del sottobosco)
Per ciascun Tipo Forestale e, nell’ambito del Tipo Forestale, per ciascuna tipologia gestionale, sono stati infine definiti indirizzi di intervento specifici, scendendo fino al dettaglio delle singole unità fisionomiche.